Festival dell’Accoglienza 2024

“Accoglienza. Cosa vuol dire? Quali altre parole chiave possiamo associare ad essa? Quali sono gli ingredienti per fare e ricevere accoglienza? Cosa rende accogliente un determinato ambiente?”
Queste sono solo alcune delle domande che si sono fatti ragazzi e ragazze del nostro Liceo, stimolati dalle professoresse Gontero e Belforte, durante un’attività preparatoria per l’incontro del 16 ottobre scorso, nell’ambito del Festival dell’Accoglienza a Torino.

La giornata si è aperta con una riflessione introduttiva sul concetto di accoglienza nel tempo, a cura della nostra preside Alessia Passarelli.
Risultato? Riflessioni, emozioni, confronto ed opportunità per mettersi in gioco. L’evento ha coinvolto diverse scuole superiori di Torino e provincia e ogni intervento è stato commentato dal prof. Gustavo Zagrebelsky.

Ecco il lavoro del Liceo Valdese.

Introduzione 

Buongiorno, siamo un gruppo di studenti e studentesse del Liceo Valdese di Torre Pellice di diverse classi e indirizzi.

Abbiamo riflettuto a lungo sul tema dell’accoglienza, sia cercando delle parole che meglio descrivessero tale argomento, sia impegnandoci a rendere nel modo maggiormente appropriato ed efficace la nostra idea di accoglienza. 

Abbiamo lavorato su due fronti: da un lato ci siamo confrontati sul senso dell’accoglienza nell’ambiente scolastico, il luogo dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo. Dall’altro abbiamo riflettuto su che cosa fosse l’accoglienza nella società. 

Vi proponiamo, dunque, un video e un testo come nostro contributo per la giornata.

Abbiamo pensato che un video potesse essere un modo per elaborare al meglio la nostra riflessione. Abbiamo chiesto ad alcuni studenti e studentesse della nostra scuola di rispondere alla domanda “che cosa è l’accoglienza per te?”. In classe, spesso, si possono trovare persone che già si conoscevano in precedenza, mentre altre no, per questo motivo  coltivare l’accoglienza,  rende migliore e anche più piacevole e sereno il processo di inclusione. 

In un ambiente scolastico, l’ascolto è fondamentale per agevolare l’accoglienza. Insieme all’ascolto, importante è anche il dialogo sia tra noi studenti che con i docenti. Concludendo, accoglienza significa creare degli spazi in cui tutti e tutte si sentano  accolti nelle loro diversità indipendentemente dalla provenienza geografica, dal genere, da eventuali condizioni di disabilità. 

Il video 

La riflessione 

Ragionando insieme, ci sono venute in mente diverse parole. 

Tra le tante,  una da cui abbiamo pensato si potesse partire  è il termine Porta-re. Questa parola può essere letta in diversi modi: usando il sostantivo porta, nel senso di soglia e di passaggio, e come verbo, portare.
Chi viene accolto porta con sé un bagaglio di conoscenze, di esperienze e di vissuto – non è una “tabula rasa”.

Nel momento in cui noi accogliamo una persona è come se attraversasse una porta per entrare in una nuova realtà, che è, per forza di cose, diversa da quella a cui era abituata. Questa persona affronta un cambiamento spesso radicale e al contempo lo fa chi accoglie, che deve però essere disposto a cambiare se stesso, le sue abitudini, il suo modo di vivere ma soprattutto deve avere compassione della persona che si sta accogliendo non conoscendo per il momento il suo passato e la sua storia. 

Non è sempre facile e ciò comporta coraggio. Oltrepassando la soglia viene fatto uno spostamento da uno spazio all’altro. Un passaggio tra un ambiente del passato e uno del presente, rivolti verso il Futuro.  Un futuro di speranza e opportunità per tutti. 

L’accoglienza ha diverse sfumature e non sempre le persone condividono la stessa idea: per esempio, c’è chi pensa che accoglienza sia sinonimo di assimilazione; oppure, chi pensa che l’accoglienza debba essere temporanea e che, passato un certo lasso di tempo, l’accolto debba andarsene.

Esistono diversi modi di fare accoglienza: c’è chi lo fa con una maggior naturalezza, empatizzando e mettendosi in dialogo con l’altra persona, c’è invece chi non apprezza oppure teme il dialogo interpersonale e soprattutto interculturale e dunque risulta, almeno a primo impatto, freddo e distaccato.

 Dunque per accogliere crediamo che servano comprensione ed empatia, che sia importante mettersi in ascolto, avere il coraggio di stare sulla soglia, aprire la porta e non aver paura del cambiamento.

 

A cura di Julie Fornerone, Lara Odin, Davide Stallè, Sofia Pedretti, Emma Ortali e Emma Peroni. Lavoro supervisionato da Alessia Passarelli, Ester Gontero e Thanchanok Belforte

 

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